Stato vs Privati

Lo Stato si occupi delle infrastrutture; ai servizi ci deve pensare il privato

Ogni anno assistiamo ai provvedimenti di natura economica (DEF – legge di bilancio) con l’aspettativa che tali atti producano soluzioni per i cittadini e le imprese italiane in termini di sviluppo: è un illusione.
Il Bilancio dello Stato in assenza di una rimodulazione totale della spesa è destinato a produrre sempre maggiore debito pubblico e una permanente stagnazione economica.
La rimodulazione della spesa deve essere subordinata alla definizione delle competenze dello Stato, ed in particolare circoscrivere il perimetro di intervento.
Pertanto è necessario un intervento legislativo (auspicabile anche una modifica costituzionale) che limiti l’intervento dello Stato in ambiti ben definiti come l’Istruzione, la sanità, le grandi opere pubbliche, la difesa. Mentre deve essere estromesso con i suoi organi centrali e periferici, nella gestione dei servizi, che rappresentano una enorme fonte di spesa e spesso di sperperi.
Prendiamo il caso di Roma Capitale, un’Amministrazione locale che conta 20mila dipendenti diretti e necessari e 40mila dipendenti di municipalizzate che producono servizi scadenti a costi abnormi (Atac ed Ama). Lo Stato e gli Enti Locali si devono occupare della pianificazione di infrastrutture (Metropolitane, termovalorizzatori ed altro), mentre ai servizi ci devono pensare i privati.

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